«Alla Fondazione ci arrivi per forza se hai un bambino malato – dice mamma Tullia. La prima esperienza di volontariato però l’abbiamo fatta con la Lega Italiana Fibrosi Cistica. Poi abbiamo incontrato Claudia: era quando abitavamo a San Giovanni di Ostellato. Con lei o ci stai o ci stai e così abbiamo iniziato a collaborare. Ora mio figlio ha 16 anni. Vedere lei a Gianluca dà una carica positiva».
Tullia si rammarica: «Tra il lavoro, la famiglia e il figlio andiamo sempre con molta calma. Claudia fa da propulsore, ma non abbiamo molti volontari per organizzare le postazioni. Per fortuna il nostro don è speciale e a dicembre ci sostiene nella vendita delle piantine davanti alla parrocchia. Dove ti conoscono si fa meglio.
Quando siamo ai banchetti, io ci tengo a poter spiegare alla gente che esiste questa malattia: più della raccolta del soldino mi piace fare divulgazione, spiegare di stare attenti. Noi lottiamo giorno per giorno per questa cosa. Ci siamo guardati intorno e ci siamo detti: “perché usufruire di quello che hanno ottenuto altri senza dare il nostro contributo?”». Speriamo che in molti trasformino la provocazione in azione.
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