Lo ripetono tutti i volontari e lo dice anche Francesca Musardo: «Lo devi sentire di voler collaborare». A lei è capitato dopo aver partorito il suo secondo figlio. La Delegazione di Lecce nasce infatti da una ricerca alla ricerca della ricerca. Francesca voleva scoprire cosa si faceva nel campo della ricerca scientifica sulla fibrosi cistica. Navigando su Internet si è imbattuta nel sito della Fondazione.

In occasione di uno spettacolo teatrale ha raccolto dei fondi, che ha devoluto a FFC. «Il seguito è venuto naturalmente. Ne ho parlato ai miei amici e alla mia famiglia e mi hanno supportato. Oggi – racconta – si sono uniti altri genitori con bambini affetti da FC, che dopo avere visto quello che facevamo si sono offerti di collaborare.

Quanto al tempo, nessuno ce l’ha. Siamo le persone più sbagliate che tu possa pensare per questo: abbiamo mille impegni, facciamo le cose per telefono e se c’incontriamo, massimo dopo un’ora e mezza, qualcuno deve sempre scappare». Eppure funziona.

Francesca sa anche che non tutti sono animati dal suo stesso stimolo e ammette che l’entusiasmo si possa trovare semplicemente nella sfida. Ogni tanto si gioca d’azzardo per vedere fin dove si può riuscire ad arrivare.

Francesca ha uno studio grafico. Da quando la malattia è diventata parte della quotidianità della sua famiglia, ha riorganizzato il suo lavoro. «Sono una persona che ha bisogno di parlare con gli altri, di condividere le cose: questa è la mia forza. Dico sempre che conoscervi è stato motivo per sentirmi meno sola. Mi permette di pensare di fare anch’io la mia piccola parte in questa grande sfida. Mi ha dato l’opportunità di vedere altre esperienze, confrontarmi, avere un appoggio, perché è di conforto sapere che c’è qualcuno che si occupa di noi.

La malattia arriva in casa tua in silenzio, non te lo immagini e ti distrugge emotivamente. Il bambino ha molto bisogno di te e le persone che hai intorno sono più spaventate di te. Non ho avuto il tempo di entrare in crisi. Dovevo subito mettermi in gioco e dire: “Adesso si va avanti”».